La figura del mediatore familiare ha cominciato ad affermarsi in Italia negli ultimi trent’anni, dopo la nascita, nel 1974, del primo centro di mediazione ad Atlanta, per opera dello psicologo e avvocato statunitense James Coogler. Ad oggi nel nostro Paese ancora manca una legislazione specificatamente dedicata a questa attività, e proprio per questo non esiste un percorso di formazione professionale definito a livello nazionale; è comunque obbligatorio, per esercitare, dotarsi di una qualifica riconosciuta sul territorio, ottenibile frequentando gli appositi corsi per mediatore familiare presenti nelle varie città, e destinati ai laureati in discipline inerenti la sfera psicologica, sociologica o giuridica.
Di cosa si occupa il mediatore familiare?
Il mediatore familiare è una figura di supporto a tutte quelle coppie che, attraversando un forte periodo di crisi, si ritrovano nella condizione di riflettere sulla possibilità di una separazione o di un divorzio. Il suo intervento consiste in un aiuto psicologico che accompagni i due soggetti nella riorganizzazione delle relazioni familiari, soprattutto in presenza di figli, cerando di tutelare le esigenze di ogni membro.
Può rivolgersi anche alle coppie di fatto o alle famiglie ricostituite, composte dai due ex partner e dai rispettivi nuovi compagni, o semplicemente al singolo genitore, qualora la mediazione non sia risultata praticabile in fase di separazione. Tuttavia, si parla di mediazione familiare vera e propria solo quando sono coinvolte le coppie con figli, che richiedono un intervento specifico, mirato alla ricostruzione della continuità genitoriale, con particolare attenzione agli interessi della prole. In questo caso, il principale scopo che il mediatore deve porsi è l’ottenimento della cogenitorialità: la salvaguardia, cioè, della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli.
Il mediatore familiare si pone, rispetto al conflitto in corso, come osservatore esterno e imparziale, limitandosi ad ascoltare i suoi assistiti e a proporre soluzioni in modo neutrale e disinteressato; per questo motivo uno dei suo fondamentali requisiti dovrà essere la capacità di negoziazione laddove la comunicazione all’interno della coppia si sia interrotta, allontanando le parti. Il suo lavoro dovrà essere quello di facilitare la riapertura del canale comunicativo, in modo da permettere ai due soggetti di giungere a una valutazione coerente e ragionata sulla migliore strada da intraprendere.
Durante la fase di separazione della coppia, quindi, il mediatore familiare mantiene un ruolo distaccato da qualsiasi procedimento giuridico: la sua funzione è innanzitutto rappresentata dal sostegno psicologico, dalla cura degli aspetti più delicati che possano minare l’emotività degli individui (quali l’affidamento dei figli, la comunicazione della separazione agli altri componenti della famiglia ecc.); inoltre, deve fornire un supporto anche nella gestione delle questioni più materiali, come la divisione dei beni, l’assegno di mantenimento e altri cavilli burocratici.
I corsi per mediatore familiare consentono, a chi desidera lavorare in questo ambito, l’acquisizione delle principali competenze in materia di assistenza; in particolare, il futuro professionista dovrà conoscere la normativa sulla famiglia, sul divorzio e sulla separazione personale dei coniugi; la formazione, l’evoluzione e i possibili conflitti della coppia; lo sviluppo psico-affettivo del bambino e le ripercussioni di separazione coniugale; la natura e i fondamenti della mediazione familiare. Inoltre, il mediatore familiare dovrà dimostrarsi perfettamente in grado di:
- gestire i conflitti;
- portare avanti la negoziazione a partire dalle posizioni individuali;
- garantire la propria neutralità nella partecipazione;
- accettare le differenze di opinione e di interessi delle persone coinvolte nel conflitto;
- comprendere la tipologia e lo stile di funzionamento familiare della coppia;
- verificare l’idoneità della coppia alla mediazione familiare;
- definire lo spazio dei figli nella separazione dei genitori alla luce della conoscenza delle fasi del processo;
- aiutare la coppia nell’affrontare il tema della cogenitorialità, prevenendo il disagio dei minori;
- aiutare la coppia a elaborare un progetto comprendente l’affidamento di figli, la divisione dei beni, la fissazione dell’assegno mensile;
- ascoltare e comprendere i messaggi trasmessi, utilizzando in modo adeguato le tecniche di comunicazione;
- tessere relazioni con i professionisti coinvolti nel processo di divorzio o della separazione dei coniugi (magistrati/giudici, avvocati, notai, assistenti sociali, psicologi, istituzioni ecc.)
I corsi per mediatore familiare qui presentati hanno lo scopo di formare figure professionali dotate di tutte le caratteristiche appena illustrate.